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Premio Un Monte di Poesia
X Edizione

Ultimo aggiornamento: 07 Marzo 2016
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Risultati

classifica
Assessorato Alla Cultura E Pro Loco Del Comune di Abbadia San Salvatore
in collaborazione con l’accademia ‘V. Alfieri’ di Firenze,

Premio Letterario “Un Monte di Poesia” decima edizione, anno 2015
città di abbadia san Salvatore (si) 17 e 18 ottobre 2015

Verbale di giuria e svolgimento della premiazione del concorso.
in data 28/09/2015 la giuria del premio letterario “un monte di poesia”, costituita da:
Luca Ventresca, Lorenzo Piccini, Dalmazio Masini, Massimo Pinzuti, Tiziana Curti, Giacomo Sbrilli, Alessandro Resti, Mariella Baccheschi, Ideale Tondi,


Sezione Top Ten decima edizione
1° Alessandro Perugini (Casteldelpiano-GR)
2° Giuseppe Laccania (Sutrio-Udine)
3° Vittorio Verducci (Notaresco-teramo)
4° Anna Bonnanzio (Aprilia-Latina)
5° Guido di Sepio (Roma)
5° Donatella Pasquali (Tavarnelle val di Pesa, Fi)


_Sezione tema Libero adulti
1° Lorena Turri (Ghivizzano, Lucca)
2° Marinella Paoletti (Colli del Tronto .AP)
3° Manuela Magi (Tolentino, MC)
4° Grazia Finocchiaro, (firenze)
5° Franca Cini (abbadia San Salvatore, Si)


_Sezione a tema adulti La Montagna
1° Antonio giordano (Palermo)
2° Angela Babbucci (Siena)
3° Graziano buchetti (Montepulciano, siena)
4° Adriano Pierulivo, Livorno)
5° Maria Maurizi (Tavarnelle val di Pesa, Firenze)


_Sezione giovani

1° Sofia Vittoria Romeo (Borghi)
2° Francesco Gilii (Torino)
3° Martinba Marotta (Prato)
4° Alessio Pezzella (Novara)
5° Cristina Giacomelli (Feletto)


Opere vincitrici


Poesie Premiate 2015 decennale


Ecco le poesie premiate dell’anno del decennale , fino alla terza posizione.


Sez. speciale decima edizione


1° Classificato –Alessandro Perugini (Casteldelpiano-GR)

Le foglie non resistono più al vento

e cadono leggere sul selciato,

non hanno ali di cera né un lamento

e quel volo non è più rimandato.

Ma chi conserva ancora il sentimento

d’immergere i pensieri nel passato,

le vede ancora verdi e più di cento,

le vede luminose sopra un prato.

E’ in loro quel mistero mai svelato,

cantato con dolore dai poeti,

della vita che muore e si rinnova.

Il mio sguardo si posa confortato

su quei colori pieni di segreti,

di sfumature dell’eterna prova.


2° Giuseppe Laccania (Sutrio-Udine)

Noi che partivamo

Fummo partenze su avventati passi,

su effimeri pensieri in menti acerbe

posati sulla scia d’aguzzi sassi

per mete che I’età dava superbe.

Fummo guerrieri a volte anche sconfitti

da qualche pala dei mulini a vento,

cademmo e ci rialzammo mai trafitti

dalla realtà d’incedere a noi lento.

Fummo dei sarti del nostro futuro,

vestimmo la durezza dell’incerto,

bevemmo il fiele delle spalle al muro

quando di meglio non ci fu mai offerto.

Fummo ferite agli animi materni

e ci specchiammo in lacrime sospese

dentro le rughe dei volti patemi

mentre scorreva rapido il paese.


3° Vittorio Verducci (Notaresco-teramo)

Nozze d’Argento

Lo ricordi? Fu il primo appuntamento

nei silenzi segreti della sera,

e suonò una campana, messaggera

d’un sogno dolce, sotto il firmamento,

in mezzo al prato, all’aleggiar del vento.

tra le fragranze della primavera

e lusinghe di luna, passeggera

sul nostro unirci morbido e violento.

E ci attese I’incanto dell’estate.

nei sussurri dell’onde, nel colore

di cieli blu e spiagge spensierate:

e sul mare suadevano canore

arie di Lise e d’acque trasognate

nei chiari azzurri a emozionare il cuore.

Quel tempo delle more

nel passare degli anni non s’è spento:

e spira ancor la brezza dell’amore

fra i tuoi, i miei capelli, ormai d’argento.


Sezione a tema libero


1° Lorena Turri (Ghivizzano, Lucca)

Da sempre, unamano

Io vivo di giorni insicuri,

che il petto a macigno sovrastano

e farsi coraggio non basta

a togliere i toni più scuri.

Mi sveglio col fiato ansimante,

cercando, nel letto disfatto,

di mano d’amante il contatto.

Ma è un vano anelare, avvilente.

E vano è anelare alla vita,

se proprio I’amore è in difetto

e il cuore, privato d’affetto,

di fiore è corolla appassita.

Per questo in aiuto si chiede

da sempre, una mano.. mai un piede!


Marinella Paoletti (Colli del Tronto AP)

Il sole innamorato

Storia d’amore tra la Montagna e il Sole

Quelle cime che odorano di latte

quando la neve a primavera scende

vigorosa tra i fori, ormai scoperti,

di fughe e di crepacci,

grigi bronchi che all’aria s’apriranno

come alveoli d’un bimbo appena nato.

Della tua nuova pelle sono i pori,

V’occhieggiano spaurite le marmotte !

che assistono a quel lento rifiorire,

di un’altra gioventù che si ripete.

Turgide vette d’Alpi sconfinate,

seni di roccia stesi sul tuo corpo

o donna – Madre Terra !

Son uomo io! Perduto su nel cielo!

Ti guardo innamorato

con rarefatti sguardi d’orizzonte

dai verdi prati – ciuffi del tuo pube –

riempiendomi di voglie e bramosie.

Ma solo quando è sera

permetti il mio toccarti

con raggi rossi e caldi di passione

quando per poco allo sfumar dell’ ore

sopra di te trattieni il mio calore

nel ciondolo infuocato che s’adagia

tra la valle del petto ammaliatore.

Ed ogni sera sempre si ripete

l’abbraccio mio furente a quel tuo corpo

manco la notte spegnerà l’ardore

che solo di mattina e di rugiada

placherà il mio piacere.


3° Manuela Magi (Tolentino, MC)

Se di me

Se di me, tu cogliessi brame d’amore

mi gemmeresti sulla pelle e.

a ogni ruvido tramonto di risacca

bruceresti sterpaglie di dolore.

Come confuse e fumose ombre all’orizzonte

e sopra i fianchi roridi di nebbia.

di me sapresti ogni angolo di sogno

e spigoli del corpo ancora intatti.

se le tue mani fossero di creta

e io I’immagine di statua desolata.

Se il tempo di clessidra fosse diverso

e i sentieri intersecati dei tragitti

mi abitassero scomposti dentro al petto,

tu mi saresti orma che comprime

e lurido intreccio di ginestra.

Se tu esistessi nel corroso mio destarmi

come percosso veliero dell’insonnia,

faresti del mio nome un alfabeto muto

e del giacere nostro, orde di tempesta.


Sezione a tema adulti La Montagna


1° Antonio Giordano (Palermo)

Dal monte

Guarda la nube rossa sopra il monte,

nasce una stella già nell’aria pura.

Si china ormai alla fine la mia fronte

di vita mia che fu rocciosa e dura.

Io che t’aprii dell’arte chiara fonte,

tu che di gioia e crucci fosti cura,

di giovinezza al cuore scava un fronte.

La mia discesa allor sarà sicura.

Che gusti dell’occaso inizio e avvento,

che fonda dentro me divino e umano

che dopo le tempeste scorra lento

questo esistere mio che non sia vano.

Ma, quando sarà giunto il mio momento

se avrò paura, tienimi la mano.


2° Angela Babbucci (Siena)

Pian Castagnaio 1950: la mia prima castagnatura

Ci fu una stagione d’innocenza

in cui bimbetta ridevo ai fiori, al sole

e il buio aveva occhi di paura.

Era la mia prima castagnatura.

Avevo sei anni. D’ottobre, prima dell’alba,

ero già arrivata all’erta per le”Piane”

attraverso il bosco immerso ancora nella notte.

Camminavo in modo circospetto: ogni fruscio

poteva essere il lupo di Cappuccetto Rosso

La luce cacciò ogni timore,

ma mi trovai tra una folla di giganti

dai capelli tinti e bocche barbute con tre denti;

lntorno scrosci, schianti, tonfi …

Sorrise il vento.

Nell’aria divenuta fondale d’un incanto

egli mi disegnò percorsi immaginari

di note musicali, barchette, fiori senza stelo

ed io, farfalla, danzavo insieme a loro.

Con un’acrobazia saltò sui rami,

contorse le piante, le spogliò con le sue mille mani

gettando al suolo doni di valore:

“cule bianche, marroncelle, luccichenti”….

speranze di polente nel paniere.

Amiata,non solo un nome; per me terra di stupore,

di favole vissute, che non mi sembran vere.


3° Graziano Buchetti (Montepulciano, siena)

Il vecchio dell’amiata

ll fischio leggero del vento scorta candidi fiocchi,

magica coltre che tutto fa uguale.

Pavoneggia preziosi cristalli l’anfratto più nascosto

ricami di brina rivestono nudi stecchi d’erica

e la quiete mormora fiera nel monte –

S’ allungano, rimbalzano e tintinnano abbracciando

il ghiacciato manto, le fredde lacrime

dei caduchi rami.

Ondeggia un filo di fumo abbrustolito

dall’umida fiamma di un mucchio di ricci,

rinnova antichi riti

il sapore di castagne essiccate che s’espande.

Antichi passi avanzano leggeri,

dopo un’altra tirata alla svogliata pipa,

si volta incantato il vecchio minatore,

generosa geme la neve sotto la ritrovata impronta.

E’ solo.

Molto è cambiato,tanto è finito, troppo è andato.

Negli occhi velati dal tempo torna il passato,

passa il presente e sogna il futuro,

Un raggio di sole schizza nel cielo,

s’accende il livellato candore

e tinge il respiro di ritrovata speranza.


Sezione giovani


1°classificato Sofia Vìttoria Romeo (Borghi FC) anni

Fratello

Metti che domani ci separino,

due anime lontane che si cercano,

senza alcuna idea, nessun posto dove poter andare.

Persa, in un mondo così grande,

e noi così piccoli col nostro amore

che però domina su tutto.

Tu senza poter parlare,

che apparentemente hai un’anima

senza storia,

niente da raccontare,

niente da poter spiegare..

Perché tutte le tue parole le hai regalate a me,

con i tuoi occhi grandi e dolci,

colmi di emozioni,

i nostri segreti. avventure. tristezze e allegrie

svanirebbero in una notte senza colore,

perché non saremmo più una parte di questo mondo divisi.

lo correrei, ti cercherei, farei domande a visi sconosciuti,

ma loro non comprenderebbero la mia paura senza te.

penserebbero: “Ma è solo un cane”.


2° Francesco Gilii (Torino)

Fuga

Usciamo al mondo con I’odore grigio

delle carni nei vestiti.

e oltre la bianca coltre del cerchio

mastichiamo ancora l’ombra delle pareti

nudi urliamo I’immensa cicatrice

dei corpi divisi, complici nelle vertigini

di un bianco fuoco.

fuori dal circolo ci restano

le profezie e I’antica ribellione

che ancora ci fa pulsare oltre le pareti

ma nemmeno questo è abbastanza,

perché la schiavitù era in noi,

il circolo era in noi,

perché la prigionia eravamo noi.

costretti ai nostri bianchi incubi

ci aggiriamo in un mondo estraneo,

in una terra aspra di stelle e fuga.

che si accumula nelle nostre tasche.

seppellendoci tra tenebre

e costretti a vagare come predatori

di cieli ci aggiriamo con la schiena piatta

e la testa bassa, senza conquistarci

il chiarore meritato


3° Martina Marotta (Prato)

Portami a casa

(in visita ad una casa di riposo)

Stringo con le mie le tue mani

ed i tuoi occhi,

prima vitrei e fissi all’infinito,

ora si illuminano di gioia

le mie mani ti riportano al passato . . .

Ricomponi fugacemente

le tue ciocche bianche,

mi accarezzi il viso e mi baci,

ricordi la tua bambina,

si la tua nipotina.

“Portami a casa”

mi chiedi e mi richiedi ancora

“Portami a casal”.

Vorrei portati con me,

ma non solo la tua bambina

voglio farti sorridere ancora

voglio donarti amore.

ma sono solo una -….

ma perché dirti chi sono?

oggi per te sono la tua bambina ,

…e tornerò presto a farti compagnia.

T’accarezzo ancora e ti coccolo

come si fa con una nonna,

…e nella tua speranza

continuerò ad essere la tua bambina


Risultati di tutte le edizioni del concorso:
Premio Un Monte di Poesia  XVII Edizione
Premio Un Monte di Poesia  XVI Edizione
Premio internazionale Un Monte di Poesia poesia&racconti  XV Edizione
Premio Un Monte di Poesia XIV Edizione
Premio Un Monte di Poesia XIII Edizione
Premio Un Monte di Poesia XII Edizione
Premio Un Monte di Poesia XI Edizione
Premio Un Monte di Poesia X Edizione
Premio Un Monte di Poesia IX Edizione
Premio Un Monte di Poesia VIII Edizione
Premio Un Monte di Poesia VII Edizione
Premio Un Monte Di Poesia VI Edizione
Premio Un Monte di Poesia V Edizione
Premio Un Monte di Poesia IV Edizione
Premio Un Monte di Poesia III Edizione
 
 
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